Appunti sparsi di recenti letture: Himes vs Benioff

Che contrasto stridente, che scontro di stile e sensibilità, di capacità di rappresentare una città, una storia, delle vite in parallelo, ai limiti.

Ho letto due libri che per tematiche sono affini e che rappresentano una città, New York, con risultati diametralmente opposti.

25_ora_01David Benioff  “La 25^ ora” il suo romanzo d’esordio datato 2001 (sottolineo la data perché è un romanzo recente, per cui certe semplificazioni, certe caratterizzazioni risultano essere persino puerili, riciclate dall’ultimo e più infimo telefilm fatto a budget ridotto). Nel mezzo di descrizioni banali, e personaggi stereotipati a livelli parossistici, una storia che dice veramente poco. Banale, tristemente, desolatamente banale è l’unico aggettivo che mi vien voglia di usare. Mentre in copertina critici (annebbiati? Prezzolati? Stitici culturalmente?) sparano: sfolgorante, bellissimo, epico, intenso e compagnia cantante (????) tutto il meglio del meglio, che uno in mano pensa di avere un romanzo con il fuoco in ogni pagina. Ecco, il protagonista, che sogna d’essere un pompiere (in realtà è un piccolo spacciatore, fregato dal compare) mi sa che quel fuoco l’ha spento. Non c’è storia, non c’è New York.

O io sono un alieno (può anche essere), oppure chi scrive di libri probabilmente non li legge, o legge poco in generale.

Chester Himes in “Rabbia ad Harlem” scrive una storia che ha connotazioni persino fiabesche, seppure in sottofondo sia concreta la sensazione di vita, vita versimile, e di un certo tipo di esistenza: sofferenza e povertà le caratteristiche che la connotano; non solo restituisce a fa conoscere un quartiere come Harlem a chi non ci è mai stato, non solo coinvolge il lettore, lo spiazza, lo diverte, lo sorprende, ma costruisce una storia che potremmo definire: sfolgorante, bellissima, epica, intensa e compagnia cantante. (!!!)

Non c’è partita, evitare come la peste il primo, provare a conoscere il secondo, che dà il meglio di sé proprio con questo romanzo.

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