Districarsi dal chiacchiericcio: Fante “Full of life”

febbraio 28, 2008

Non credete mai a quello che gli altri scrivono, sottotitolo non mi fido del mio giudizio figurarsi di quello degli altri. Forse ho esagerato, ma tutto nasce dai commenti improntati ad un entusiasmo ingiustificato che ho letto in internet riguardo al libro di Fante “Full of life”. Chiaro, uno come me che ama Fante si esalta e si fionda in libreria, se uno spera di trovarvi Ask the dust non ci va nemmeno vicino, c’è una tale distanza che paiono scritti da due autori diversi. Si potrebbe obbiettare che quello era il capolavoro di Fante, ok, se uno spera di trovare echi di Aspetta primavera Bandini, mirabile intimista premessa di Ask the dust, manco morto (il confronto non è insensato perché Fante scrive questi libri con Bunker Hill, pensandoli come una sorta di saga, cioè il protagonista è sempre il caro vecchio Bandini). Del trascinante umorismo spacciato nei commenti nessuna traccia, o debbo dedurre che il massimo per chi li ha scritti siano i comici scoppiati di Zelig. E l’intensità umorale di Fante? Te la scordi, si vede che questi non hanno non solo letto Fante, ma leggiucchiato poco in generale. Tutto si riduce ad un’annotazione cronachistica, sciapa scivola scendendo sciocca, che ricrea una situazione del genere: mi siedo al bar e un tizio mezzo ubriaco mi tedia con la storia del padre rompipalle, la moglie incinta e la casa da sistemare. Ma proprio niente, una storia impacchettata, asettica, noiosa e alla fine ti verrebbe da dire “amico, d’altronde è così” per chiudere la conversazione e non farsi alitare alcool in faccia.

Qual è la morale della favola? Primo si può amare incondizionatamente un autore, come io amo Fante, ma riconoscere che ogni tanto una caduta di tono capita a tutti. Secondo, mai fidarsi di un commento su internet, chiaro, neanche del mio.