Flaming youth, part 2

marzo 20, 2008

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Tira più un pelo di… che cento buoi. Volgarmente, tre esempi di letteratura al femminile con un pizzico di sesso, giusto per riesumare un sentore di sapore da una minestra riscaldata:

 

 

Zhou Weihui “Shanghai Baby”: qui, rispetto a quello della Kaneara, solo note dolenti, è forte la sensazione di aver letto un libro vuoto, in cui la pochezza della scrittura venga superata da qualche pruriginoso momento di sesso, ed un po’ di droga giusto per far rizzare le orecchie ai benpensanti. Anche qui niente di che, era più sexy uno stacchetto delle passaparoline, e c’è più droga nel parlamento italiano, ma in Cina la pensano diversamente ed ecco Shanghai Baby bollato come scandaloso, perciò si vende alla grande sia in patria, che poi esportato all’estero come il libro scandalo che fa scricchiolare il regime. Quando si piazza in copertina il marchio della censura, poi al posto del libro puoi mettere un catalogo di trattori che tanto venderà. Decisamente più interessante e altrettanto censurato Bai Xianyong “Il maestro della notte” se uno deve spendere i soldi, meglio spenderli bene. Le premesse ci sono tutte: la protagonista è una scrittrice più o meno in crisi, ha un fidanzato tossico ed impotente con cui instaura un rapporto d’amore particolare: stimolante emotivamente, non appagante dal punto di vista fisico. Lei perciò cerca compensazione in un tedesco che lavora in Cina, sposato. Poi c’è il contorno di amici più o meno al limite tra il fuso e il borderline, un’interessante umanità. Ecco queste sono le premesse, ma purtroppo rimangono tali, tutto si esaurisce qui, non rappresentano l’ossatura del libro da cui si parte per indagare con profondità le questioni e le possibili storie messe in campo. La narrazione è rapida, facile, ma superficiale. Non c’è penetrazione nella rappresentazione psicologica dei personaggi, che restano figurine senza spessore, eppure volendo: da una scrittrice sexy, da un tossico impotente, da uno straniero in un mondo diametralmente opposto al suo, da ricchi annoiati e artisti vari, se ne potrebbero tirare fuori di cose. Che cosa cerco da uno scrittore se non qualcosa che io non conosco, oppure qualcosa che conosco rappresentato però sotto una nuova o inedita prospettiva? Questo in Shanghai baby non c’è, viene il dubbio che neppure l’autrice conosca la realtà di cui vorrebbe parlare. Chiunque di noi avrebbe potuto scrivere Shanghai Baby, e qualcuno ci sarebbe riuscito anche meglio.

 

[continua…]